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ESTATE A TARANTO

Vivo a Firenze dal 2002, da quando cioè decisi di iscrivermi all'università venendo via dalla Valtellina con uno zaino pieno di sogni e di entusiasmo. Non tutti sanno che sono nata a Taranto e che ci siamo trasferiti al nord quando avevo poco meno di 2 anni. Questo, tra le altre cose, ha significato fare su e giù (Valtellina/Taranto) anche due, tre volte l'anno per le varie vacanze...per un certo periodo, poi solo d'estate. Così da oltre 30 anni, per me, quello è sempre stato il Viaggio : attraversare l'Italia in macchina, vedere come cambia il paesaggio, stupirsi appena si scorgeva il mare, urlare "I grattacieli!!!" vedendo i palazzoni sul mare percorrendo l'A14 verso le Marche (da bambini sembra tutto più grande e più incredibile!). Da quando mi sono sposata e ci sono i bambini, abbiamo preso l'abitudine di fermarci durante il Viaggio a visitare per qualche giorno una meta che incontriamo lungo la strada. Siamo stati ad Assisi e Spoleto, a Perugia,
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RIENTRO DALLE VACANZE

Qualcuno sarà già tornato dalle vacanze da un po', come noi, altri stanno passando le loro ferie in questi giorni, prima del ritorno alla routine quotidiana e per i bimbi e i ragazzi, sui banchi di scuola . Per me vuol dire godermi i bimbi in piena tranquillità senza corse e incastri, facendo solo quello che posso, e inventando ogni giorno qualcosa di buono con loro e per loro (non sempre ci riesco, eh?!). Settembre  per me di solito fa rima con s tampa le foto della prima parte dell'anno e dell'estate per i nostri album. In un mondo tutto virtuale, non neghiamoci il piacere dello sfogliare gli album con i ricordi più belli. I bimbi si divertono a scriverne le didascalie e a guardare le facce buffe, progettando ritorni o gite in posti fantastici! Quest'anno poi, invece di continuare il nostro quaderno delle gite di famiglia, abbiamo accolto con super entusiasmo il "compito" delle mitiche maestre di Pietrino, di fare il diario delle vacanze . An

Avere cura. Cosa abbiamo imparato agli Uffizi.

Uffizi, 2 giugno 2018. "Venite, oggi prima di visitare gli Uffizi, eccezionalmente possiamo vedere un'opera appena restaurata, un'opera che è stata colpita dallo scoppio della bomba dell'attentato dei Georgofili ". Entriamo nell'auditorium Vasari, scorrono in video le terribili immagini della strage, i titoli dei giornali di allora, il ricordo delle vittime, i danni alle cose e alle opere d'arte. Tra esse I giocatori di carte di  Bartolomeo Manfredi , pittore caravaggesco della prima metà del Seicento. Era uno dei tre quadri che stavano sul pianerottolo di accesso al Corridoio Vasariano, insieme a l   Concerto  sempre del Manfredi e alla dolcissima  Adorazione dei pastori  di Gherardo Delle Notti, e che vengono definiti «irrimediabilmente perduti» a causa della bomba. Ci avviciniamo, non è facile raccontare ai bambini cos'è successo e perché l'opera "sembra rotta"... Mentre provo a spiegare perché è importante ricordare

La stanza della riflessione. [A cosa serve… la stanza 67 degli Uffizi]

Mi prenderete per pazza ma la sala 67 degli Uffizi è quella che preferisco. Grigia. Vuota. Spoglia. Nemmeno un quadro. Solo un mega divano. No, non è perché arrivo stanca a fine visita. Scostiamo la tenda della finestra: si intravede un angolo grigio di Firenze, un palazzo e un ulivo. Ma cosa ci fa un ulivo in un vicoletto del centro storico? Quest’albero, simbolo di pace, serve a ricordarci quella notte tra il 26 e il 27  maggio 1993,  quando una bomba di 200 kg di tritolo ha distrutto la vita di 5 persone,  la  famiglia Nencioni  con le piccole Nadia di 9 anni e Caterina di pochi mesi, insieme allo studente Dario Capolicchio, che si trovava in un’abitazione di fronte alla Torre de’ Pulci, oltre a 48 feriti.  La strage dei Georgofili . Ha colpito nel cuore una città, l’ennesima di quel periodo brutto, quando la Mafia si faceva sentire contro l' applicazione dell'articolo 41 bis che prevedeva il carcere duro e l

SAFARI URBANO in partenza!

Eccoci con l'appuntamento primaverile del Safari Urbano a Firenze , ideato dal magico trio Deborah Croci , Lorenzo alias La tata maschio e l'illustratrice Burabacio . Sabato 12 alle 15 sarò alla guida di una ciurma di piccoli cittadini alla scoperta del nostro patrimonio. Ma come nasce un Safari? Dalla curiosità e dai libri, per quanto mi riguarda. Ogni volta che passeggio per Firenze, sono in bilico tra l'emozione (perché sto attraversando un pezzo di Storia) e un po' di nervosismo (perché non tutti riescono a non rovinare e sporcare qualcosa che è un po' anche loro). Eppure basterebbe poco, alla fine ognuno di noi è come uno strumento in una grande orchestra, in cui bisogna conoscersi, ascoltarsi, adattarsi, in cui ognuno deve fare la sua parte, perché siamo tutti importanti. Il rispetto passa dalla gentilezza e dalla consapevolezza che tutto è per noi, ma non è nostro, ne siamo solo custodi (citando il Papa) perché anche gli altri ne possano goder

Pulizie di Primavera in vista della Pasqua!

Le mani di Michelangelo “Vivere è come scolpire, occorre togliere, tirare via il di più, per vedere dentro” (M. Corona) Vi dico la verità: alla galleria dell’Accademia vi ci porto volentieri, ma non per vedere il David . Ci sono molte altre opere che meritano un’attenzione che pochi conoscono, come una dolcissima Madonna del latte o L'albero della vita con dei dettagli unici (e anche un po' divertenti!). Certo è che resta un luogo privilegiato per vedere meglio David e conoscere le altre sculture di Michelangelo, e quindi la sua incredibile filosofia. Perché David ha la testa e le mani così grandi?  Perché… te lo racconterò di persona, ora ti volevo solo dire questo: proprio come dice Mauro Corona, Michelangelo pensava che bisognasse essere forti per affrontare la vita, che non sempre è facile e leggera, e la scultura era forse il modo migliore per esprimere questo concetto. Il nostro artista sceglieva un blocco di marmo, e sentiva che dentro c’era una

DONI D'AMORE, perché amo questa visita guidata.

Amo molto il museo del Bargello , da cui ogni volta esco con una conoscenza in più, un dettaglio in più che mi ha colpito. Per caso un giorno, cercando materiale su deschi da parto (eh?? cosa sono??) e Madonne del parto, un catalogo mi ha "chiamato": un catalogo che si riferiva a una mostra svizzera in cui erano pure presenti vari oggetti del nostro museo fiorentino. E così me ne sono innamorata ed è nata questa visita guidata al Bargello: Doni d'amore , appunto. Ti racconto una storia che sembra lontana anni luce dalla realtà odierna delle donne di oggi. Le nostre antenate di qualche secolo fa conducevano una vita non semplice, fatta di obblighi e di doveri, e che recitavano la parte della "merce" di scambio in caso di matrimonio, in cui si stipulava un contratto tra uomini, padre e futuro marito, con dote e regali simbolici, e suggellato con una stretta di mano (da qui il termine impalmare ). In un'epoca in cui addirittura si emanavano